Le parole italiane non sono solo belle sono anche necessarie!
Come potresti parlare di musica, di cibo della bellezza della vita (o dolce vita) senza le parole italiane?
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Molte, e molti, insegnanti di italiano per stranieri, come me, iniziano la prima lezione di un corso elementare con la consueta domanda: Quali parole italiane conosci già? Generalmente è facile sentirsi rispondere con parole che rimandano al mondo del cibo come: spaghetti, pasta, pizza, tiramisù oppure parole come bella, mamma, buongiorno ecc…
Probabilmente non mancherà qualcuno che urlerà: arrivederci, bella ciao … o ciao bella.
Eppure gli italianismi diffusi in tutto il mondo sono di più; Federico Fellini, per esempio, con i suoi film ha lanciato nel mondo le parole: paparazzo (presente in ben 23 lingue straniere) e dolce vita (espressione che usano tutti).
Al regista Sergio Leone si deve invece la fortuna degli spaghetti western (che talvolta può diventare anche western spaghetti). Sempre legate al mondo del cinema, così come a quello del teatro, sono parole come diva e primadonna.
All’arte invece si deve il successo di parole come chiaroscuro e (af)fresco e altre parole italiane.
Non mancano poi alcune espressioni che evidentemente denotano non solo un’esclamazione molto diffusa ma rimandano a un certo tipo di cultura: mamma mia è quella più emblematica. Rimanendo in un certo tipo di visione culturale, forse un po’ stereotipata, anche casanova è una parola italiana molto conosciuta all’estero che non accenna a essere archiviata.
Vi sono, inoltre, termini italiani entrati a far parte di un’altra lingua ma con un significato differente dall’originale. Ad esempio pepperoni nei paesi anglosassoni (in America in particolar modo) non identifica un tipo di ortaggio come qui da noi ma una salsiccia molto saporita e piccante.
Come abbiamo già scritto in un altro post, può capitare che un turista americano venga in Italia, si sieda in pizzeria e chieda una pizza ai pepperoni aspettandosi un bella pizza con il salamino piccante e invece gli arriva una pizza con i peperoni, appunto!

Ma è soprattutto quando parliamo di musica che non possiamo fare a meno della lingua italiana. Vediamo perché.
Le parole italiane che descrivono l’Opera e la musica classica si devono al fatto che Guido d’Arezzo ha creato la moderna notazione della musica. Il suo trattato musicale è stato il testo di musica più diffuso in tutto il Medioevo e a lui si deve il pentagramma.
Ma anche “violino”, ”piano”, “cello”, “alto”,” soprano” e ”opera” sono tutte parole di origine italiana entrate a far parte del dizionario inglese. Ma perché? La risposta potrebbe essere semplice: l’Italia ha stabilito un’egemonia linguistica nella gran parte della musica artistica europea. Per questo motivo i compositori preferivano usare parole italiane per indicare come i musicisti dovevano suonare.
Parole come andante e rallentando diventarono di moda. Cominciarono ad essere usate in tutta Europa. Anche oggi in un dizionario inglese si trovano termini come tempo, adagio e allegretto.
Un buon esercizio per chi studia l’italiano è osservare quante parole italiane sono usate nella propria lingua. Puoi annotarle su un quaderno e chiederti se ne conosci il reale significato. Puoi, inoltre, provare a costruire delle frasi in italiano che contengono quella parola. Si fa presto a passare da una a dieci parole e il tuo vocabolario si espanderà rapidamente. Buon lavoro!
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