Non è vero che il latino è una lingua morta. Il latino è vivo e lo parliamo tutti, tutti i giorni.
Ma qual’è il latino di tutti i giorni che ci ostiniamo a parlare?
«L’italiano deriva dal latino» lo sappiamo, certo… Ma di quale latino stiamo parlando esattamente? Non del latino che si studia a scuola, quello classico di Cesare e di Cicerone ma del volgare (che in realtà non era una sola lingua diffusa su tutto il territorio dell’ex Impero, ma erano diverse in ogni regione). Era la lingua del volgo ossia della gente comune: dei contadini, dei soldati ecc…I primi a usare il volgare in situazioni pubbliche sono stati i notai, i mercanti e i religiosi, per rendere più comprensibili le loro prediche. Mentre il latino classico rimaneva la lingua ufficiale della Chiesa, i volgari diventavano il mezzo fondamentale per la diffusione della religione tra il popolo, e i religiosi ne facevano largo uso.
Solo a partire dal XIII secolo, però, il volgare si impose anche come lingua letteraria.
Le lingue romanze, parlate oggi in gran parte dei territori che fecero parte dell’Impero romano duemila anni fa, non derivano quindi in linea diretta dal latino classico. Derivano da quel latino volgare che nel tempo si era differenziato da zona a zona dando vita a lingue diverse tra loro come lo spagnolo, il francese, il portoghese, il rumeno, l’italiano ecc… Il latino è sparito dalla vita delle persone e, più lentamente, anche dai testi scritti. Oggi la consideriamo una lingua morta eppure non è facile cancellare le nostre origini e lui, classico o volgare, ogni tanto, si fa ancora sentire nella nostra vita di tutti i giorni.
Oggi ci soffermiamo proprio a vedere quanto il latino sia ancora vivo e parli insieme a noi. Il latino di tutti è vero non solo nelle lingue romanze ma molto si fa sentire anche nell‘inglese dove ci imbattiamo in parole come media, audit, monitor, server ma anche plus o junior. D’altronde l’inglese è “la lingua non neolatina con più latinismi” qualcuno ha detto.
E se siete interessati a riflettere su come l’inglese attinga dal latino (classico soprattutto) vi consigliamo questo interessante articolo.
Quali di questi termini latini fa parte della vostro vita quotidiana?
- agenda, letteralmente significa le cose che devo fare perché in latino è un gerundivo, vale a dire una forma verbale che indica necessità. Dal verbo ago, che significa fare > cose da fare.
- album in latino è il neutro dell’aggettivo albus, che significa bianco > «la cosa bianca»; l’origine è una «tavola bianca», nella quale il pontefice massimo, una delle autorità più importanti di Roma antica, annotava eventi di notevole rilevanza. Da quell’uso, in italiano è passato ad indicare il libro in cui si custodiscono disegni, foto, francobolli, e così via…L’album fotografico, l’album da disegno ecc…
- audio (in latino è la prima persona indicativo presente del verbo audio, che significa sentire, ascoltare) > letteralmente: io sento. La voce verbale latina è usata in italiano come un sostantivo maschile, indicante il sonoro di un apparecchio riproduttore o di un filmato.
- auditorium (in latino è un sostantivo neutro della II declinazione, che significa «auditorio») ; sostantivo che indica un edificio in cui si aprono più sale di ampie dimensioni, destinate all’ascolto di concerti, di letture poetiche, di recite teatrali, di conferenze.
- curriculum (vitae) = corso (della vita). Sintesi degli studi e delle attività svolte.
- data (pl. di datum) = le cose date. Complesso di elementi, numerici e non, che costituiscono un’informazione.
- deficit (in latino è la terza persona singolare del presente indicativo del verbo deficere che significa «mancare») > letteralmente.
- ergo = quindi, perciò. Quindi, perciò, concludendo un ragionamento.
- ex = da, fuori di. Anteposto a una qualifica ne indica la cessazione. Può anche significare “proveniente, tratto da” (ex libris).
- focus = focolare. Centro d’interesse “cosa, persona o situazione a cui si presta particolare attenzione”, “centro dell’interesse”, “punto focale”. In italiano il termine focus fino a poco tempo fa era usato solo in ambiti specializzati, ad es. in medicina, linguistica e informatica, con accezioni specifiche.
- monitor (in latino è un sostantivo della 3^ declinazione monitor, -is che significa «suggeritore», «consigliere»). Monitor era anche il servo che, accompagnando il padrone, gli ricordava i nomi delle persone incontrate per strada. La parola è utilizzata modernamente per indicare un dispositivo elettronico di controllo, che «indica», «suggerisce», con immagini, dati provenienti da diverse fonti (telecamere, computer…).
- video – in latino è la prima persona indicativo presente del verbo video, che significa vedere – > letteralmente: io vedo. Anche in questo caso il verbo latino è diventato in italiano (ma non solo) un sostantivo maschile, che indica un filmato.
- viceversa: (in latino è un ablativo assoluto, formato da «vice», che significa sorte, turno, compitoe «versa», participio passato dal verbo «verto», che significa mutare, rivolgere, cambiare, girare) > letteralmente «mutata la sorte» / «girato il turno» / «cambiato il còmpito». In italiano l’espressione ha assunto il significato di «al contrario», «inversamente», «reciprocamente », rispettando il senso originario di una situazione che «cambia direzione».
- Espressioni:
- Alter ego = io (l’altro me stesso). L’io, in psicoanalisi (super-ego è il super-io). Alter ego è invece chi mi sostituisce in un compito.
- Ante litteram = prima della lettera. Si dice dell’opera o della persone che precorre i tempi, prefigurando o anticipando fenomeni successivi al proprio periodo storico.
- A priori (a posteriori) = a partire da quanto sta prima (sta dopo). Si dice di considerazioni o giudizi espressi a prescindere dai fatti, o in conseguenza dei fatti.
- Deus ex machina = il dio (sceso) dalla macchina. Chi è così abile da risolvere situazioni complicate.
- Do ut des = do affinché tu dia. Indica disponibilità a concedere qualcosa solo in cambio di qualcos’altro.
- Errata còrrige = (queste cose sbagliate correggi). L’elenco delle imprecisioni, delle sviste e degli errori contenuti in un testo, con relative correzioni.
- Ex abrupto = interrompendo. All’improvviso, inaspettatamente.
- Ex aequo = alla pari, con uguale merito. Si dice di due concorrenti classificati a pari merito, o di un premio diviso in parti uguali.
- Excelsior = che sta più in alto. Il massimo, l’eccellenza, il meglio. Usato spesso per chiamare alberghi e, in passato, sale cinematografiche.
- Ecc … ecc… che non ha bisogna di spiegazioni.
- Inoltre da Algida a Nivea, tra l’altro, non sono poche le parole latine che mettiamo nel carrello del supermercato. Guardatevi intorno, ascoltatevi bene, e scoprirete un po’ di latino dietro ogni parola
