Roma è la città dei 7 colli (o alture). Lo sapevate, vero?
I famosi antichi 7 colli intorno ai quali è stata costruita la città eterna.
Il numero 7 è molto importante nella storia della capitale, perché oltre ai colli indica anche i sette Re di Roma. Gli storici ritengono, infatti, che nei primi 250 anni della sua storia Roma abbia avuto un governo monarchico. In quest’arco di tempo si sarebbero alternati ben sette re, la maggior parte dei quali di origine sabina o etrusca.
Non è un caso, quindi, che questo numero sia ricorrente e più volte usato e citato per identificare la città di Roma.
Perché il 7 è fin dalle origini del mondo un numero mitico, cifra cosmica legata a molti aspetti e fenomeni della natura: i pianeti, i «septen triones», le stelle dell’ Orsa, le Pleiadi, i sette colori dell’ arcobaleno. Numero poi cardine in religione. I Romani lo hanno immortalato nei sette colli.
I sette colli sono: Aventino, Campidoglio, Palatino, Celio, Esquilino, Quirinale e Viminale. Origini antichissime caratterizzano queste zone di Roma che, secondo la tradizione, sono i luoghi in cui è stata fondata la Città Eterna.
Le origini di Roma partono dal colle Palatino dove, secondo la leggenda, viene fondata la città dal primo Re, Romolo, il 21 aprile del 753 a.C.

Vediamoli uno a uno
- Colle dell’Aventino: Da qui puoi scorgere il cupolone di San Pietro poi merita una visita al giardino degli aranci che si affaccia direttamente sul Tevere e offre una bella vista della città al tramonto. Infine si chiude in bellezza con l’orto botanico e le sue infinite varietà di rose.
2. Campidoglio: Una leggenda narra che le oche del Campidoglio hanno salvato la città eterna dall’assedio dei Galli nel 390 a.C. Oggi merita di essere ammirato innanzitutto per la sua posizione, a metà strada tra i fori romani e le acque del Tevere. Sede del Municipio e l’omonima piazza, porta la firma del celebre Michelangelo.
3. Palatino: E’ qui dove è iniziato tutto. Secondo la mitologia, questo è il luogo in cui Romolo e Remo sono stati trovati e allattati dalla Lupa. Oggi il colle continua ad essere un luogo ricco di fascino, un grande museo all’aperto, dedicato all’osservazione delle rovine dei fori.
4. Celio: E’ quello più a sud dei sette colli. Insieme all’Esquilino, è l’unico a dare il nome all’omonimo rione, sorto nel 1921, che lo comprende quasi totalmente. Oggi qui c’è ancora l’Ospedale militare del Celio costruito su progetto di Salvatore Bianchi e Filippo Laccetti e il Parco della Pace.
5. Esquilino: Ci sono diverse interpretazioni sull’etimologia del suo nome. Secondo alcuni il termine “esquilino” (derivato da exquillini) fu usato nell’antichità per distinguere gli abitanti di questo colle dagli “inquilini” del centro storico, sin dalle origini, l’esquilino si è infatti costituito come sobborgo della città palatina.
6. Quirinale: Qui oggi si trova il palazzo del Presidente della Repubblica. L’intera residenza misura più 100.000 metri quadri ed è circa 20 volte più grande della Casa Bianca americana. Inoltre qui si trovano anche le Scuderie del Quirinale, sede di numerose mostre.
7. Viminale: Deve il suo nome dalle rigogliose piante di vimini che in passato lo ricoprivano. Il Viminale è oggi sede del ministero dell’interno e ospita il celebre teatro dell’opera di Roma, dove tutto l’anno si tengono imperdibili concerti di musica classica e rappresentazioni teatrali di alta classe.
Ed ancora, un rapido e ulteriore cenno alla presenza del numero sette nella vita di Roma:
- sette erano i sacerdoti che si dovevano occupare del sacrificio in onore di Giove e dell’allestimento dei banchetti sacri,
- sette i magistrati incaricati di distribuire le terre;
- sette erano le coorti dei “vigiles”, quelli che adesso chiameremo i vigili del fuoco, che, appunto, avevano il compito di spegnere gli incendi nell’antica Roma;
- sette erano i colossi, statue enormi citate già da Plinio e Marziale: Apollo sul Campidoglio, Giova in Campo Marzio, Apollo nella biblioteca di Augusto, altri due Giove nel Campidoglio, Nerone nell’area che in futuro sarà dell’Anfiteatro Flavio e Domiziano nel Foro Romano;
- sette, infine, erano “le cose” che i romani credevano potessero influire nella vita di tutti i giorni: il Palladio, la Quadriga dei Vejenti, le Ceneri di Oreste, lo scettro di Priamo, il Velo d’Ilione, l’Ago di Cibele e gli Ancili.