La vita di Giacomo PucciniL'Opera e l'italiano

La vita di Giacomo Puccini assomiglia molto alle sue opere.

Il compositore lucchese, che visse tra l’800 e il ‘900, ci ha lasciato Opere indimenticabili. Era un uomo passionale, moderno, sempre alla ricerca di qualcosa che gli mancava profondamente.

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Esercizio: Inserisci i verbi che mancano coniugati al passato remoto.

Giacomo Puccini nacque a Lucca nel 1858 in una famiglia dove la musica era di casa. Suo padre, come prima di lui suo nonno, era maestro di cappella nel Duomo della città.

La prematura morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva solo 5 anni, 1.________ la famiglia in difficoltà economiche. Puccini fu mandato a studiare pianoforte presso lo zio materno che però non lo riteneva un musicista dotato. Solo alle scuole superiori cominciò a farsi notare e già a 14 anni guadagnava i primi soldi suonando l’organo.

Tutti davano per scontato che avrebbe seguito le orme paterne per diventare anche lui un maestro di cappella. Una sera, però, si recò a Pisa insieme alla madre per assistere a una rappresentazione dell’Aida di Giuseppe Verdi. Ne fu così impressionato che decise di volersi dedicare all’Opera, al teatro.

La vita di Giacomo Puccini

Fu la madre a trovare i soldi per mandarlo a studiare al Conservatorio di Milano. Per questo scrisse addirittura una lettera alla Regina Margherita che accolse la richiesta di Albina Puccini.

Giacomo 2.__________ a Milano nel 1880 e al Conservatorio strinse amicizia con Pietro Mascagni con il quale condivideva l’ammirazione per Richard Wagner. Una volta diplomatosi partecipò a un concorso dove la sua Opera Le villi non fu neppure menzionata. Il musicista non si arrese e con l’aiuto dell’editore Giulio Ricordi, riuscì a farla rappresentare in teatro dove ottenne un certo successo.

Nel frattempo si era innamorato di Elvira, una donna lucchese già sposata. Era uno scandalo per quei tempi e così i due per sfuggire alle chiacchiere e alle maldicenze presero casa a Monza e 3.___________ con sé la figlia di lei.

Puccini, però, non amava particolarmente la vita in città. Rimaneva a Milano solo per lavoro ma aveva una grande nostalgia dei luoghi della sua infanzia. Amava andare a caccia e parlare con le persone semplici: i cacciatori e gli agricoltori che frequentava con la stessa disinvoltura con cui frequentava gli artisti dell’epoca.

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Il grande successo di Manon Lescaut gli permise di realizzare il suo desiderio e con i guadagni ottenuti 4._________ una villa a Torre del Lago, in Versilia. Un posto a lui molto caro che sarà un punto di riferimento per tutta la sua vita. Scriveva:

Abitanti 120, 12 case. Paese tranquillo, con macchie splendide fino al mare, popolate di daini, cignali, lepri, conigli, fagiani, beccacce, merli, fringuelli e passere. Padule immenso. Tramonti lussuriosi e straordinari. Aria maccherona d’estate, splendida di primavera e di autunno. Vento dominante, di estate il maestrale, d’inverno il grecale o il libeccio”.

Iniziò il suo periodo più prolifico artisticamente, compose la Bohème, la Tosca e Madama Butterfly tutti e tre i capolavori scritti con i librettisti Illica e Giacosa. Collaborazione che si concluse nel 1906 quando Giacosa morì.

Nel 1908 scoppiò uno scandalo che determinò una grande crisi personale e artistica. Elvira, ormai moglie ufficiale di Puccini, si era convinta che il marito avesse una relazione con la loro cameriera: Doria Manfredi. La giovanissima ragazza 5.________ il lavoro e si suicidò. Ne seguì un processo.

Puccini amò molte donne nella sua vita e tradì Elvira spesso, ma non con la giovane Doria. Nonostante in seguito si sia scoperta l’infondatezza delle accuse della moglie, il compositore si sentiva in colpa e rimase molto provato da tutta la vicenda. Scrisse:

“Non posso lavorare più! Sono così scoraggiato! Le mie notti sono orribili […] ho sempre davanti agli occhi la visione di quella povera vittima, non posso levarmela dalla mente – è un tormento continuo.”

Compose altre opere cercando sempre di non ripetere quanto aveva già fatto. L’inquietudine e la malinconia facevano parte del suo carattere così come l’amore per la passione e per gli eccessi. Dell’Opera “Il trittico” l’aria più popolare è Gianni Schicchi “Oh mio babbino caro”.

In quegli anni, siamo nel 1919, si ammalò. La grande quantità di sigarette che aveva fumato per tutta la vita gli avevano procurato un cancro alla gola. Tossiva sempre.

Per la prima volta desiderava raccontare la vita di una principessa: la Turandot un’opera teatrale del ‘700 ispirata al nome dell’eroina di una novella persiana. Attirato dal carattere freddo e sanguinario di questa nobile, molto diversa dalle donne cantate fino ad allora: innamorate gelose, spesso deluse ma sempre passionali che aveva saputo descrivere con grande sensibilità.

In fondo le sue indimenticabili eroine non erano molto distanti da lui. Puccini, la musica e le donne: un legame che resterà per sempre.

La vita di Giacomo Puccini: musica e amore.

La malattia gli 6.___________ di terminare La Turandot che completò Franco Alfano sotto la supervisione di Arturo Toscanini. Ma la sera della prima rappresentazione lo stesso Toscanini interruppe l’esecuzione sull’ultima nota della partitura pucciniana, ossia dopo il corteo funebre che segue la morte di Liù.

Giacomo Puccini morì il 29 novembre del 1924. La sua tomba si trova presso la villa di Torre del Lago dove successivamente fu posta anche quella della moglie Elvira.

Rispondi alle domande:

Quando Puccini decide di dedicare la vita all’Opera?

Come trova i soldi per andare a studiare a Milano?

Qual è il suo primo grande successo?

Dove abita per la maggior parte dei suoi anni?

Quale scandalo travolge la sua vita personale e professionale?

Come si intitola la sua ultima opera?

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