Perché esistono le leggende? Te lo sei mai chiesto?
Le leggende, come le favole e i miti, sono il tentativo di dare delle risposte alle domande sulle nostre origini.
La parola leggenda deriva dal latino legenda che significa “cose che devono essere lette”.
Gli uomini dell’antichità, per esempio non conoscevano i metodi scientifici così vedendo di giorno la luce del sole e di notte il buio, per spiegarsi il fenomeno, collegavano i due fatti con la fantasia. Arrivarono a immaginare che ci fosse qualcuno in cielo che spostasse il carro del sole. In altri casi, invece, immaginavano che il sole e la luna fossero dei fratelli litigiosi che non volevano mai incontrarsi.
Era il loro modo di rispondere alle domande che gli suscitava l’osservazione della natura. Spesso sono risposte semplici: a cui la maggior parte delle persone è desiderosa di credere. Per questo le leggende normalmente hanno un grande successo: sono facili da ricordare.
Per chi studia storia, le leggende sono un bene prezioso. Esse danno allo studioso di oggi un’idea di come i popoli di un tempo immaginassero le proprie origini e di come spiegavano i fenomeni naturali.
Anche le leggende, come i monumenti architettonici, ci aiutano a comprendere il nostro passato.

Lettura: Romolo e Remo.
Prima di leggere: Di cosa parla, secondo te, questa leggenda? Perché è stata tramandata?
Dopo aver risposto a queste domande, leggi il testo e controlla se è come pensi tu. Leggi:
Si narra che nell’antico Lazio la sacerdotessa Rea Silvia nipote del Re Amulio, ebbe una relazione con il dio Marte dalla quale nacquero due gemelli: Romolo e Remo. Lo zio però, timoroso di perdere il suo potere quando i due bambini sarebbero cresciuti, ordinò ad un servo di assassinare i bambini appena nati.
L’uomo che era stato incaricato di questo compito crudele, però, non se la sentì di spezzare la vita di queste due creature. Così li mise in un cesto e li lasciò sulle sponde del fiume Tevere.
La cesta fu trascinata dall’acqua e giunse ai piedi del colle Palatino dove li vide una lupa che era scesa per bere. Essa sentì un forte pianto e capì che proveniva dal cesto. Si avvicinò ai due bambini e, istintivamente, iniziò a leccarli e a prendersi cura di loro come se fossero due cuccioli.
Grazie al latte della lupa i piccoli sopravvissero per alcuni giorni. Qualche tempo dopo al fiume capitò per caso il pastore Faustolo; trovò i due gemelli e li portò a casa sua. Insieme alla moglie li allevò come fossero figli suoi. Romolo e Remo diventarono grandi e vennero a conoscenza della loro storia. Così decisero di vendicarsi del loro spietato zio, Amulio, aiutando il loro nonno Numitore (il padre della Sacerdotessa Rea Silva) a riprendersi il potere.
Successivamente Romolo e Remo decisero di creare una nuova città proprio nei luoghi dove erano nati e una lupa li aveva salvati da morte certa. Romolo, però, uccise Remo a seguito di una lite nata perché quest’ultimo non aveva rispettato i confini della nuova città, nata sul colle Palatino.
La città fu denominata Roma.
Adesso racconta la storia con parole tue.
Chi sono i protagonisti della storia? Di chi sono figli?
Come crescono? Cosa fanno da adulti? Come si conclude la loro storia?
Per un’analisi grammaticale legata alla leggenda della fondazione di Roma:
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