Il modo congiuntivo ha 4 tempi: presente, passato, imperfetto e trapassato.
Abbiamo già parlato del congiuntivo presente, del congiuntivo passato e di quello imperfetto. Oggi vediamo il congiuntivo trapassato.
Come tutti i tempi composti ha un ausiliare, essere o avere all’imperfetto congiuntivo, seguito da un participio passato.
Rivediamo insieme essere e avere coniugati al congiuntivo imperfetto:
essere | avere |
che io fossi | che io avessi |
che tu fossi | che tu avessi |
che lei/lui fosse | che lei/lui avesse |
che noi fossimo | che noi avessimo |
che voi foste | che voi aveste |
che loro fossero | che loro avessero |
Questa la coniugazione dei verbi ausiliari all’imperfetto a cui aggiungiamo il verbo al participio passato : che lui fosse andato = congiuntivo trapassato.
Pensavo che Mario fosse partito ieri.
La frase principale è (io) pensavo e la subordinata: che Mario fosse partito ieri.
Osserva che l’azione nella frase subordinata (2) espressa con il congiuntivo trapassato è precedente a quella espressa nella frase principale (1). Guarda un altro esempio:
Sarei venuto anch’io alla festa se lo avessi saputo prima.
Se avessi saputo (prima) della festa sarei venuto anch’io. In questo esempio si vede chiaramente che l’azione del verbo al congiuntivo trapassato è in rapporto di anteriorità rispetto ala subordinata.
Penso che Mario non sia partito = congiuntivo passato
Pensavo che Mario non partisse = congiuntivo imperfetto
Pensavo che Mario non fosse partito = congiuntivo trapassato

Tutte e tre le frasi richiedono il congiuntivo perché esprimono un’opinione introdotta dal verbo pensare all’indicativo imperfetto. Ma quale differenza c’è tra le tre frasi?
La 1°: Penso che Mario sia partito abbiamo una frase principale che si svolge adesso (nel presente) e una subordinata anteriore; vale a dire io adesso penso a qualcosa che è già successo prima.
La 2° Pensavo che Mario partisse. Abbiamo la principale espressa al passato (imperfetto) e la subordinata è ad essa contemporanea. Ieri pensavo che Mario partisse ieri, per esempio.
Nella 3° frase: Pensavo che Mario fosse partito: Abbiamo la principale espressa nel passato che si riferisce a un fatto avvenuto ancora prima. Ieri pensavo che Mario fosse partito due giorni fa, per esempio.
Hai compreso tutto? Ti va di metterti alla prova?
Esercizio: Inserisci la forma corretta del verbo dato tra parentesi al cong. trapassato .
- Paolo non è venuto alla riunione nonostante ce lo (promettere) _________ _________.
- Credevo che alla festa di ieri (venire) _______ ________ tutti i tuoi colleghi.
- Avevo paura che i ragazzi (stancarsi) ___ ________ ________ della storia.
- Benché (giocare) ______ __________ molto bene i ragazzi persero la finale per un punto.
- Parlava senza senso come se (impazzire) _________ __________.
- Credevo che Sandro mi (raccontare) _______ ________ una bugia e invece era tutto vero.
- Eravamo tutti felici che Sonia (vincere) ______ ________ la gara. Se lo meritava!
- Sebbene l’inverno del 1986 (essere) _______ _________ molto rigido, fu molto divertente per tutti noi.
Nel periodo ipotetico il congiuntivo trapassato si usa con il condizionale composto per esprimere un’ipotesi impossibile.
Sarebbe stato meglio se il Titanic non fosse partito.
Se+congiuntivo trapassato + condizionale composto. Questa è un’ipotesi impossibile perché ormai non possiamo farci niente su quanto avvenuto anche se possiamo, indubbiamente, esprimere il nostro pensiero a riguardo grazie all’uso del congiuntivo e del condizionale.
Se avessi saputo che era il tuo compleanno ti avrei portato un regalo. Ma non l’ho saputo e non te l’ho portato, ormai è andata così.
Se avessi vinto alla lotteria Italia sarei partita per un lungo viaggio. Ma non l’ho vinta questa volta e non sono partita. Certo posso continuare a provarci e formulare un’ipotesi difficile ma possibile (periodo ipotetico della possibilità) che, come sappiamo, si esprime con se+congiuntivo imperfetto+ condizionale semplice:
Se vincessi alla lotteria partirei per un lungo viaggio!