Torniamo a riflettere sulla scelta del tempo verbale giusto: trapassato prossimo o imperfetto?
Il trapassato prossimo indica un’azione avvenuta prima rispetto a quella descritta dal tempo imperfetto, passato prossimo, o passato remoto. Nella lezione di oggi noi vediamo solo l’uso dei due tempi verbali: trapassato e imperfetto.
Con il trapassato prossimo, che un tempo si chiamava piucheperfetto, indichiamo un’azione anteriore rispetto a quella indicata con la voce verbale coniugata all’imperfetto.
Le voci al trapassato prossimo si formano con l’imperfetto indicativo degli ausiliari avere o essere in accostamento con il verbo coniugato al participio passato.
Da piccoli si viaggiava su una macchina che aveva costruito mio nonno.
La costruzione della macchina è avvenuta prima del periodo in cui noi ci viaggiavamo.
Come abbiamo detto, questo tempo verbale figura in costrutti che vedono, nella proposizione reggente, la presenza di forme verbali quali:
imperfetto (da piccolo non dormivo se prima non avevo bevuto il latte);
passato prossimo (ho studiato tanto poiché mi avevano detto che l’esame era difficile);
passato remoto (lasciai il lavoro perché mi avevano trattato troppo male);
Oggi noi ci concentreremo sull’alternanza dei tempi verbali trapassato prossimo e imperfetto. Per fare questo vi proponiamo un brano tratto dal libro “Un filo d’olio” di Simonetta Agnello Hornby un’apprezzata scrittrice siciliana.
Come vedrete si tratta di un libro di ricordi: l’infanzia e i cibi ad essa legati quindi ci sono soprattutto descrizioni di un periodo passato.
Esercizio sui tempi verbali: Coniuga al tempo giusto i verbi dati tra parentesi.
I nostri rapporti con il mondo esterno erano scarsi e limitati quasi soltanto alle passeggiate al Villaggio Mosè. Passeggiate che (avere)1.________ un’unica meta: il bar. Don Giovannino, il proprietario lo (ricavare) 2._______________ nel pianterreno della sua abitazione, sul fronte della statale 115: era dotato di un telefono che (servire) 3.___________ l’intera comunità, noi inclusi e di una macchina per il gelato alimentata da un motorino.
La vocazione di gelataio Giovannino l’ (scoprire) 4. __________ tardivamente e offriva ai clienti due soli gusti: limone e cioccolato. (Preparare) 5.___________ il gelato al cioccolato, di cui eravamo ghiotti, mescolando l’apposita “polverina” nel pozzetto, con il latte bollito e poi (seguire) 6.__________ ligio e paziente la ricetta che gli era stata passata da un gelataio più esperto.
Il liquido (diventare) 7.____________ gelato sotto i nostri occhi golosi e noi lo gustavamo estatici, come se fosse il migliore del mondo.
In verità non lo (essere) 8.__________! A quindici chilometri dal Villaggio Mosè, sul corso Porto di Empedocle – un paese marinaro che piaceva moltissimo a papà – (esserci) 9.__________ Castiglione, un bar pasticceria, famoso in tutta la provincia e dintorni per i suoi gelati e pezzi duri in cinque gusti: cioccolato, nocciola, torrone caffè e pistacchio.
Il gelato, molto denso, era a base di latte e al centro e al centro della forma (avere) 10. ___________ una grossa noce di panna montata, zuccherata e aromatizzata alla cannella.
Al mare non (noi-andare) 11.____________ quasi mai, nonostante fosse vicino. Papà che pure un tempo (possedere) 12. _________________ una barca a motore con la quale (circumnavigare) 13.__________________ l’isola, non sapeva nuotare e andare al mare non gli (piacere) 14._______________.
“Se l’uomo fosse nato per nuotare avrebbe branchie e pinne” era solito dire e (ignorare) 15.___________ le mie richieste di fare almeno una passeggiata a San Leone e a Puntagrande, dove (esserci) 16._____________ gli stabilimenti balneari. Allora dovevamo ingegnarci!
Con il pretesto di andare a trovare Peppuccio, il figlio di un cugino di papà, (noi-partire) 17.____________a bordo della jeep guidata da Paolo. Una volta arrivati, Paolo (accompagnare) 18._____________ noi bambini in spiaggia.
Sì! 🙂 Un bel racconto tratto dal libro: “Un filo d’olio”.
che bello racconto!!!!