L’usanza napoletana di lasciare pagato un caffè per i più poveri si è diffusa in tutto il mondo.

E ormai non ci si limita più solo al caffè sospeso. Nella città partenopea, infatti, ha preso piede anche l’usanza di lasciare una pizza sospesa. Ogni volta che c’è bisogno la solidarietà dei napoletani si fa sentire.

E ora anche in altre città del mondo si è diffusa l’arte della generosità.

Ma sapete cosa significa esattamente “un caffè sospeso”? Qui ce lo spiega bene lo scrittore napoletano Luciano De Crescenzo.

Guardate il video e completa il testo. Il caffè sospeso secondo Luciano De Crescenzo.

Il testo è molto breve e semplice quindi adatto anche a studenti d’italiano di livello A2. Bisogna inserire i verbi mancanti: sono tutti all‘imperfetto. Attenzione: uno è riflessivo.

Allora: una volta a Napoli quando una persona 1._____ felice e si prendeva un caffè, invece di un caffè ne 2._______ due, cioè ne pagava due, il secondo 3.________ al cliente che veniva subito dopo.

Per cui di tanto in tanto uno 4.____________ al bar e diceva: c’è un sospeso? Questo 5.__________ il caffè sospeso! Come dire un caffè offerto all’umanità.

Luciano De Crescenzo, sempre sul caffè, ha scritto:

Anziché scendere, seguendo il consueto percorso di qualsiasi bevanda, il caffè sale, piano piano, si sistema nel cervello e resta lì, solleticandolo di tanto in tanto come un piacevole ricordo…

…Il caffè però è anche uno strumento per condividere i pensieri, soprattutto quando viene fatto in casa, da soli o in compagnia, e ora vi spiego il perché. Prendiamo la caffettiera napoletana (vedi foto sopra). Rispetto alle altre impiega più tempo per far scorrere il caffè, e noi di questo tempo dovremmo esserle grati, perché l’attesa è preziosa…
…è un vero e proprio incantesimo: ci consente di parlare, di conoscere il nostro interlocutore e, perché no, in alcuni casi, anche di innamorarci.

Di tanto in tanto, interrompete la lettura e preparatevi un buon caffè, rigorosamente con la caffettiera napoletana. Regalatevi del tempo, anche semplicemente per pensare: non c’è dono più prezioso che possiamo fare a noi stessi.

E tu sei d’accordo? Ti piace il caffè?

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