Anche in un tempo difficile come questo il volontariato e la solidarietà non si fermano.

La frase che ci ripetiamo in ogni momento è: Restiamo a casa. Ma ci sono molte persone che, purtroppo, una casa non ce l’hanno. I senzatetto che vivono per strada e che non possono procurarsi il cibo. Come fanno? E’ la solidarietà che proprio nei momenti più difficili deve farsi sentire.

I volontari che portano loro le coperte e un pasto non si fermano anche in questi giorni girano per le strade con le dovute precauzioni, per aiutare chi si trova in situazioni particolarmente difficili. Ma chiudono le docce e sono sempre meno le mense che distribuiscono pasti caldi.

Il problema sono le nuove misure da rispettare: la distanza di almeno un metro tra le persone all’interno delle mense, per tante associazioni non è praticabile. Anche molti dormitori hanno deciso di non aprire le porte a nuovi ospiti; chi distribuisce vestiti, per il momento, ha preferito sospendere la raccolta.

Si tratta di un dramma all’interno del dramma. Per cercare di dare una mano concreta il comune di Milano ha annunciato l’apertura dei dormitori anche di giorno. Grazie al contributo di Emergency, inoltre, verrà garantito nelle strutture lo screening sanitario (con misurazione della temperatura e delle funzioni respiratorie) degli ospiti.

A Roma le organizzazioni, le associazioni, i volontari e gli operatori del terzo settore si stanno riorganizzando per evitare che molte persone che vivono per strada restino da sole, ma non è semplice. 

Solidarietà al tempo del coronavirus

Le docce che rimangono aperte fanno entrare le persone solo quando tutto è stato ripulito e disinfettato, il che vuol dire dopo ogni doccia, e questo allunga i tempi oltre le quattro ore previste e una mole di lavoro in più per gli operatori. Lavoro in più che offrono gratuitamente con il desiderio di aiutare i più deboli di tutti.

Per questi motivi è nata una campagna di raccolta di fondi, a cui si può partecipare collegandosi al sito https://www.eppela.com/it/projects/27317-io-non-posso-restare-a-casa-come-devo-fare. “

E’ nei momenti più difficili che la solidarietà si fa più forte.

Leggi anche:

Perché si dice quarantena?