Imparare a gestire il tempo si può.

Perché rimandare? E’ l’ora di smettere di procrastinare. L’importante è comprendere che non si tratta di un problema di gestione del tempo ma di gestione delle emozioni.

A quante persone capita di rimandare. Perché lo facciamo? Forse il lavoro che ci aspetta è noioso, o forse si tratta di qualcosa di particolarmente difficile e abbiamo paura di fallire.

Se il lavoro che dovremmo fare suscita un’emozione spiacevole, per sentirci meglio, iniziamo a fare qualcosa di diverso che, per un attimo, ci regala una sensazione piacevole. In pratica troviamo una scusa.

Secondo Tim Pyschyl della Università Carleton di Ottawa in Canada, la procrastinazione è un processo “esistenziale” più profondo e complesso di quanto appare.

Il professore sostiene che non sia una condotta causata da pigrizia o negligenza, ma di una reazione a stati emotivi dolenti che certe persone faticano a gestire: l’ansia, il timore di solitudine o di critica, l’ inadeguatezza, il senso di colpa ecc.

In uno studio del 2013, Pychyl e la sua assistente Sirois hanno descritto la procrastinazione come il prevalere dell’urgenza di gestire immediatamente un’emozione dolorosa, rispetto al vantaggio a lungo termine di portare avanti un’attività. L’emozione vince sul dovere.

Smettere di procrastinare

Il rifiuto verso un’attività è ovviamente legata anche alla natura dell’attività stessa. Pulire un bagno sporco così come la dichiarazione dei redditi sono attività per cui è facile provare avversione. Tuttavia, siamo influenzati anche da pensieri ed emozioni più articolati, che vanno al di là del lavoro da svolgere ma sono legati al nostro passato.

 “E’ giusto che lo faccia io? Sono in grado di portarlo a termine? Cosa penseranno gli altri di me? Se dovessi lavorare male cosa succederà?”. Davanti a questi pensieri possiamo allarmarci e cercare una via di fuga.

Procrastinare, però, non elimina per sempre gli stati dolorosi associati al lavoro rimandato. Si tratta di un sollievo momentaneo e insoddisfacente. Il dolore tornerà appena i nostri pensieri faranno ritorno agli impegni. E lo faranno sotto forma di dialogo interiore autocritico, molto severo: “Buono a nulla! Incapace! Scansafatiche! Non sei in grado!”!

Pensieri che aumentano la sofferenza e che paradossalmente proviamo a gestire… procrastinando ancora!

Smettere di procrastinare? Si può!

Diventare consapevoli che la causa del problema è emotiva e non relazionata alla gestione del tempo, può aiutarci a trovare una soluzione. Secondo il professore canadese, infatti, bisogna essere chiari con se stessi e imporci di fare il primo passo. Consapevoli che ciò che ci ferma è l’ansia e non la pigrizia possiamo ripeterci “un passo alla volta, ce la posso fare”.

Iniziare il lavoro, infatti, mette da parte l’ansia. Se per esempio dobbiamo scrivere un documento che rimandiamo da tanto tempo, iniziamo con l’accendere il PC e aprire word. Se ci viene voglia di andare a controllare facebook, o guardare un video su youtube, ricordiamoci che è la paura o l’ansia che guidano quell’istinto. Apriamo word, respiriamo, e rimaniamo lì per qualche secondo. Abbiamo fatto il primo passo.

Chiamare le cose con il proprio nome è molto importante. Non facciamoci prendere da pensieri negativi quando ci accorgiamo che stiamo procrastinando; se il problema è emotivo aggiungere ansia su ansia non serve a nulla. Accettare le proprie emozioni e ripetere una formula incoraggiante come “Ce la faccio”! è molto più utile di qualsiasi giudizio su noi stessi.

Rispondi alle domande:

Quali sono le cause della procrastinazione?

Come si può smettere di procrastinare?

Lavoriamo sul testo:

  • Cerca i sostantivi che si riferiscono a caratteristiche caratteriali.
  • Cerca i verbi che descrivono uno stato d’animo.

Parla di te. Scrivi un breve testo sul tuo carattere.

Ti capita spesso di rimandare un impegno o sei una persona che tende a fare tutto velocemente?

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