I tempi e le forme del congiuntivo.
Rieccoci a parlare del congiuntivo; il modo verbale delle opinioni e dei sentimenti. I suoi tempi verbali, sono rigorosamente 4: presente, passato, imperfetto e trapassato.
Il congiuntivo è il modo verbale della possibilità, dell’incertezza, del dubbio. In questo senso si contrappone all’indicativo, che è invece il modo della certezza, dell’obiettività, della realtà. Il congiuntivo è pertanto il modo della soggettività (esprime il nostro pensiero e i nostri sentimenti) e indica che l’evento presentato nella frase non è certo o reale, ma è anzi incerto, ipotizzabile, dubbio, desiderabile, possibile, verosimile, sperato oppure temuto.
Vi ricordate cosa dice Beppe Severgnini a questo proposito? La crisi del congiuntivo non deriva dalla pigrizia, ma dall’eccesso di certezze. L’affermazione ‘Speravo che portavi il gelato’ non è solo brutta: è arrogante (“Come si permette, questo qui, di venire a cena senza portare il gelato?”). La frase ‘Speravo (che) portassi il gelato’ è invece il risultato di una piccola illusione, cui segue una delusione contenuta e filosofica. Accade, nella vita, che la gente dimentichi di portare il gelato.
Probabilmente ha ragione lui. Anzi sicuramente! E come lui anche il Prof. Gian Luigi Beccaria: “Se dunque l’indicativo indica certezza, e il congiuntivo ci dà invece la possibilità di esprimere meglio un nostro giudizio, una nostra ipotesi, un nostro dubbio, un nostro pensiero, non si vede perché si debba rinunciare al congiuntivo, dal momento che significa rinunciare a un mezzo che coglie intense sfumature. Non usarlo significa (forse) semplificare, ma certamente significa dire di meno”.
Scrivi il presente congiuntivo dei verbi all’infinito, come nell’esempio.
potere – che io possa
fare – che tu ________
sentire – che lui _______
andare – che loro ________
pensare – che voi ________
partire – che noi _______
volere – che lei _______
capire – che tu _______
mangiare – che noi _____
aspettare – che loro ______