Halloween

Letture in italiano: Halloween nella tradizione italiana.

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Ascolta “Prima di Halloween” su Spreaker.

Siamo sicuri che Halloween sia solo una festa importata e propagata per mere ragioni consumistiche? Cosa succedeva, fino a pochi anni fa, nelle varie regioni italiane le notti che precedono il 2 novembre?

Puglia, la sera precedente il giorno dei morti, è ancora usanza posare del cibo sui davanzali delle finestre. I morti, così, possono apprezzare questi doni culinari, anche solo attraverso l’olfatto.

Sicilia, la tradizione vuole che, sempre tra l’1 e il 2 novembre, le anime dei morti (i morticeddi) lascino dei dolci come regalo ai bambini. Si tratta di pupi di zucchero o biscotti chiamati ossa di morto (crozze ri morti).

Valle d’Aosta nella notte del primo novembre si accendono falò davanti ai quali si veglia fino all’alba. 

Sardegna, fino a pochi anni fa, prima di cenare i bambini andavano in giro per il paese a bussare alle porte, dicendo “Mortu, mortu…”, ricevendo in cambio dolci, frutta secca e a volte denaro. 

In Toscana era diffusa un’antica tradizione contadina che ha resistito fino a qualche anno fa.

Nelle campagne si usava intagliare una zucca e farne una morte secca. La zucca veniva poi posta fuori casa, nell’orto o in giardino e le si applicavano degli stracci o un abito vero e proprio. In questo modo assumeva le sembianze di un mostro provocando un grande spavento nella vittima dello scherzo. In genere un bambino, mandato fuori casa con la scusa di andare a prendere qualcosa.

Calabria a metà degli anni ’50 del ‘900, nel giorno dei morti i bambini  andavano per le case, portando una zucca svuotata e lavorata a mo’ di teschio, nel cui interno era accesa una candela.

Luci, ad indicare la via del ritorno, dolci e regali, per dimostrare rispetto ai defunti e scherzi, per esorcizzare la morte, da sempre sono associati ai giorni che precedono il 2 novembre, festa dei morti.

Oggi la chiamiamo Halloween ma vale la pena di fare una ricerca per andare a vedere come si celebrava fino a poco tempo nei nostri territori. Provatelo a chiedere ai vostri genitori o ai vostri nonni …

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