Il lago di Carezza, in provincia di Bolzano.

Oggi parliamo della leggenda del lago di Carezza. Non è la prima volta che come lettura vi proponiamo una leggenda o un mito.

Fin dai tempi più antichi gli esseri umani hanno inventato storie fantastiche, i miti, nelle quali sono presenti divinità, maghi, fate e animali dai poteri strani.

Perché fa parte dell’essere umano cercare di capire l’origine del mondo e dei fenomeni naturali che ci circondano. Un tempo, però, le conoscenze scientifiche non bastavano a spiegare il mondo circostante.

Ecco allora che le leggende sono racconti simili a quelli dei miti e sono sempre serviti a spiegare l’origine di piante, animali, eventi naturali eccezionali … tutto ciò che le conoscenze dell’epoca non potevano aiutare a comprendere.

Il lago di Carezza è un piccolo lago di una bellezza davvero suggestiva. Le sue chiare acque, infatti, lo rendono quasi uno specchio che riflette le luci e i colori che lo circondano. Anche l’arcobaleno quando esso appare.

E’ uno dei laghi più belli delle Dolomiti: intorno ci sono splendidi boschi di abeti e nelle sue acque cristalline si specchia il massiccio del Latemar, che dà all’ambiente circostante un tocco di magia.

Il lago è privo di immissari visibili ed è alimentato da sorgenti sotterranee. La sua estensione e la sua profondità variano a seconda della stagione e delle condizioni meteorologiche: il livello più alto è raggiunto normalmente in tarda primavera con lo scioglimento delle nevi.

La mattina e la sera, con i colori dell’alba e del tramonto, il contrasto tra il verde degli alberi e l’acqua del lago crea un panorama magnifico.

Tutte queste particolarità ha spinto coloro che abitavano in quella zona a raccontare una storia fantastica capace di spiegare la sua eccezionalità. Il lago nella lingua ladina viene chiamato anche “Lec de Ergobando” (o “arcoboàn“), cioè “lago dell’arcobaleno”.

La leggenda del lago di Carezza

Siamo in un periodo lontano, molto tempo addietro precisamente in un’epoca in cui, in fondo al lago di Carezza in Alto Adige, vive una bellissima ninfa di nome Ondina. Talvolta lei esce dalle acque per ammirare i boschi intorno ma appena sente un rumore si rituffa e scompare.

Sulle montagne vicino al lago vive un mago che si è innamorato della ninfa, e vuole sposarla, ma non riesce nemmeno ad avvicinarla perché appena lo vede, lei scappa..

Un giorno una strega consiglia al mago di fabbricare un arcobaleno e di gettarlo tra il lago e la montagna. In questo modo, assicura, avrà il suo cuore.

Il mago, entusiasta della proposta, fabbrica un ponte di colore e luce che unisce il lago alla montagna.

Ondina mette fuori la testa dal lago e guarda con meraviglia quei bei colori. Il mago corre giù a corsa ma appena si avvicina, la fanciulla si immerge nel lago e scompare di nuovo.

Il mago, arrabbiatissimo, afferra l’arcobaleno e lo fa a pezzi. I pezzi luminosi cadono nel lago e danno alle acque quei riflessi meravigliosi e quegli splendidi colori che, ancora oggi, tutti possono ammirare.

Quali fenomeni naturalistici vuole spiegare questa leggenda?

2 pensiero su “La leggenda del lago di Carezza. Lettura A2.”
  1. Questa leggenda vuole spiegare i colori del lago la mattina e la sera, perché questi colori sembrano un arcobaleno sull acqua.