Ascolta la straordinaria storia di Sofonisba Anguissola.
Ascolta il podcast di oggi dedicato alla prima pittrice professionista della storia: Sofonisba Anguissola. Talentuosa e colta, artista conosciuta in tutta Europa, era una donna libera e molto determinata.
Visse una vita piena e avventurosa che merita di essere conosciuta e divulgata.
Listen to “Sofonisba Anguissola” on Spreaker.Trascrizione:
Ciao e benvenuti nel podcast di languageclassinitaly.com
Io sono Marina Minetti e oggi vi voglio parlare di una donna straordinaria; una delle prime pittrici che la storia annoveri.
Si chiama Sofonisba Anguissola e nasce a Cremona il 2 febbraio del 1532, da una famiglia della piccola nobiltà. Ha 5 sorelle e 1 fratello e tutti si dedicano alla pittura: lei, però, è la più brava.
Suo padre si accorge presto del grande talento della figlia e decide di farla studiare. Fin da giovane Sofonisba partecipa come figura di spicco alla vita artistica delle corti italiane, data anche la sua grande cultura letteraria e musicale, intraprende una fitta corrispondenza con i più famosi artisti del suo tempo.
Per la prima volta una donna diventa pittrice professionista e riscuote un grande successo.
Sofonisba unisce in sé un grande talento e un’inesauribile curiosità e voglia di imparare. I suoi disegni sono apprezzati anche dal grandissimo Michelangelo e di lei parla il Vasari ne “Le vite dei più eccellenti pittori“.
Sofonisba dipinge soprattutto ritratti e scene di vita quotidiana mettendo grande attenzione all’effetto della luce e alle espressioni dei volti. E’ così brava che la sua fama si diffonde rapidamente e arriva anche all’estero. Fino al punto che Filippo II, re di Spagna, la vuole alla sua Corte e lì lei, all’età di 26 anni, diventa dama di compagnia della regina Elisabetta di Valois a cui insegna a dipingere e con la quale istaura un rapporto di amicizia.
Quando la regina muore di parto prematuro, Sofonisba rimane ancora a corte per qualche anno e si prende cura delle due infante, orfane di madre. E’ di questi tempi una sua bellissima opera dedicata a loro. Di fatto però adesso vuole farsi una nuova vita e decide di sposarsi.

Il Re spagnolo prova a proporle qualche nobile di sua conoscenza ma lei preferisce uno sposo italiano e per questo si sposta a Palermo dove sposa il nobile Fabrizio Moncada. Il marito muore abbastanza presto e Sofonisba deve di nuovo cambiare vita. Ormai è una donna famosa, benestante, colta, affascinante e sicura di sé.
Decide di tornare a casa, da sola si imbarca per raggiungere la sua Cremona ma durante il viaggio si innamora del comandante della nave. Lei ha più di 40 anni, Orazio Lomellini (nobile genovese proveniente da una famiglia molto importante) ne ha 25, quindici di meno.
Per l’epoca e le circostanze si tratta di un vero e proprio atto rivoluzionario.
Lei e Orazio stanno viaggiando per nave da Palermo a Genova quando un giorno, a causa di una burrasca si fermano a Pisa. Sofonisba coglie l’occasione al volo per chiedere al Granduca di Toscana di esentarla dal pagare i dazi delle sue cose e, già che c’è, di benedire il suo matrimonio.
Il Granduca accetta di non riscuotere le tasse, ma cerca di dissuaderla dalle nozze con un uomo più giovane di lei. In una lettera la esorta a ‘non prendere decisioni affrettate’. Lei risponde: “Non osi l’uomo dividere ciò che Dio ha unito”, in pratica si è già sposata.
I due sposi rimangono a Genova per 35 anni; qui la pittrice entra in contatto con diversi pittori affermati e si avvicina allo stile naturalistico. Nel 1591 disegna il “Bambino punto da un granchio” che per molti critici ispirerà Caravaggio e il suo famoso “Ragazzo morso da un ramarro”.
Nel 1615 gli affari di Lomellini portano la coppia a trasferirsi definitivamente a Palermo, dove acquistano una casa nel quartiere del Seralcadio. Ormai Sofonisba è in su con l’età ma continua a dipingere nonostante difficoltà alla vista.
Quando è già molto anziana e quasi completamente cieca, nel 1924, a Palermo arriva il giovane Antoon Van Dyck, il nuovo astro della pittura europea, e dopo averla conosciuta di lei scrive: “Ho imparato molto da questa vecchia novantenne, cortese e con la memoria e il cervello prontissimo, che la vista obbliga a mettere il naso sopra i quadri e le carte, pigliandone però sempre gran piacere. Lei mi ha insegnato a usare le luci”.
La grande artista muore un anno dopo, il 16 novembre del 1625. Il marito, a futura memoria, fa posare nella chiesa dei genovesi una commovente lapide.
C’è scritto: ”Alla moglie Sofonisba, del nobile casato degli Anguissola, posta tra le donne illustri del mondo per la bellezza, le straordinarie doti di natura, e tanto insigne nel ritrarre le immagini umane che nessuno del suo tempo poté esserle pari, Orazio Lomellini, colpito da immenso dolore, pose questo estremo segno di onore, esiguo per tale donna, ma il massimo per i comuni mortali”.
Una bella storia vero? Bene adesso vediamo se avete compreso tutto, ecco le solite tre domande:
- In quale Corte Europea Sofonisba diventa amica e insegnante della Regina?
- Quali sono le tre città italiane in cui ha vissuto e operato?
- In che cosa eccelleva la sua arte?
Le risposte giuste.
- Alla Corte spagnola di Filippo II
- Cremona, Genova e Palermo.
- Nei ritratti e nella scelta delle luci.
Se il podcast ti è piaciuto ascolta anche le interviste di Marina Minetti e tutti gli altri podcast sul nostro sito.