In Alto Adige riemerge il borgo di Curon sommerso dall’acqua nel 1950.

Curon era un piccolo borgo composto da 163 case. Nel 1950 è stato distrutto per costruire il lago di Resia, un invaso naturale che serviva ad alimentare la centrale idroelettrica di Glorenza.  Il lago artificiale costruito ha sommerso le località di Resia e Curon, portando il livello dell’acqua a 22 metri.

Per costruire questa diga, che a quel tempo era la più grande d’Europa, hanno quindi dovuto distruggere due paesi. Le abitazioni, i campi e le stalle sono scomparse dalla nostra vista e dalla vita delle persone che ci abitavano.

L’unica parte rimasta visibile in tutti questi anni è il campanile della chiesa romanica costruita nel 1357.

Il paesaggio mozzafiato del Lago di Resia con solo il campanile che sporge dall’acqua, ormai è famoso in tutto il mondo.

In questi giorni, come ogni anno a primavera, lo hanno parzialmente svuotato perché il lago è in manutenzione. Il livello dell’acqua si è abbassato e ha rivelato i resti del paese creando un nuovo, suggestivo, scenario.

Il bacino d’acqua artificiale nel comune di Curon Venosta, nella provincia autonoma di Bolzano, è stato infatti prosciugato, facendo riemergere i resti degli edifici originali del paese allagato.

Si tratta di 163 case e oltre 523 ettari di terreno agricolo.

La storia del piccolo borgo di Curon è stata raccontata dalla serie TV Netflix “Il paese sommerso” del 2018 e nel romanzo “Resto qui” di Marco Balzano.

Guarda il video:

Il lago di Resia è il più grande lago artificiale dell’Alto Adige e alimenta e ha 120 milioni di metri cubi di capacità di invaso e alimenta la centrale idroelettrica di Glorenza che ha una producibilità di 250 milioni di kilovattori all’anno.

E’ il primo impianto della cascata degli impianti della Val Venosta che termina a Marlengo come ultimo impianto dell’Adige prima di Bolzano.

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