Nuova scoperta a Pompei: rinvenuta la tomba di Marco Venerio.
Stiamo parlando dell’ultima eccezionale scoperta a Pompei, avvenuta nel corso di una campagna di scavo promossa dal Parco Archeologico di Pompei e dall’Università Europea di Valencia.
Sono stati ritrovati resti umani mummificati: capelli e ossa di un individuo seppellito in un’antica sepoltura, oggi rinvenuta presso la necropoli di Porta Sarno. Sulla lastra marmorea, posizionata sul frontone della tomba, si legge un’iscrizione commemorativa del proprietario: un certo Marcus Venerius Secundio.
Si tratta di uno degli scheletri meglio conservati ritrovati nell’antica città. Il defunto è stato sotterrato in una piccola cella di 1,6 x 2,4 metri posta alle spalle della facciata principale.
Parliamo, quindi, di una tomba particolarissima.
Con una camera per l’inumazione in un periodo in cui nella città erano soliti incenerire i corpi. Nella fase romana di Pompei, infatti, il rito funerario prevedeva di norma l’incinerazione per gli adulti poiché sotterravano solo i bambini piccoli.
Oltre alla camera sepolcrale, l’edificio contiene un recinto interno destinato a sepolture a terra. Qui, gli archeologi hanno ritrovato due tombe: quella di Novia Amabilis, probabilmente la moglie di Marcus Venerius, e un’altra senza nome.
La sepoltura di Marco Venerio risulta, quindi, molto insolita considerando che si trattava di un uomo adulto di più di 60 anni, come emerge da una prima analisi delle ossa ritrovate nella camera funeraria.
Le caratteristiche della camera, che consisteva in un ambiente ermeticamente chiuso, hanno creato le condizioni per lo stato di conservazione eccezionale. Sono ancora visibili i capelli e un orecchio. Inoltre hanno recuperato diversi elementi di corredo, tra cui numerosi frammenti di ciò che sembra essere un tessuto.
Marcus Venerius Secundio, in vita, era uno schiavo pubblico e custode del tempio di Venere. Una volta liberato, aveva poi raggiunto un certo status sociale ed economico, come emergerebbe non solo dalla tomba piuttosto monumentale, ma anche dall’iscrizione.
Un ex schiavo, si presume, che ha voluto fare come si faceva a Roma, si è allineato alla politica culturale di valorizzazione della cultura greca, molto di moda a quel tempo.
Non a caso in una seconda tomba a incinerazione è stata trovata una moneta in bronzo della metà degli anni 60 del I secolo dopo Cristo dove si fa riferimento ai certamina quinquennali, le gare poetiche introdotte da Nerone a Roma sul modello dei giochi greci. Come ricorda l’epigrafe, Marco Venerio “diede ludi greci e latini per la durata di quattro giorni”.
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