Conosci la storia del furto della Gioconda?

Esattamente 110 anni il giovane Vincenzo Peruggia mise in atto il furto della Gioconda. Due anni dopo, nel 1913, andò a Firenze e provò a venderla ma venne arrestato. Una storia molto interessante, da ascoltare.

Guarda con attenzione il video e completa il testo.

La storia del furto della Gioconda. La Gioconda nota anche come Monna Lisa, l’opera d’arte più famosa della storia, fu realizzata in 1.________________ dal celebre Leonardo da Vinci nel 1503.

Il dipinto ritrae Lisa Gherardini, moglie di Francesco del Giocondo, ed è conservato presso il museo del Louvre di Parigi. La mattina di quel lontano lunedì 21 agosto 1911, il giovane imbianchino lombardo, Vincenzo Peruggia, realizzò il 2.__________________ più famoso del Novecento.

Approfittando di un ingresso secondario, il giovane italiano, dopo essersi nascosto in una cameretta buia del Louvre, estrasse il quadro dalla teca, lo nascose dentro il 3._________________ e si allontanò dall’ingresso senza farsi notare. Ad accorgersi del furto della Gioconda fu l’artista Luis Bèroud, che la mattina del 22 agosto appena entrato nel Salon Carré, notò la mancanza del dipinto di Leonardo.

Inizialmente si ipotizzò ad uno spostamento temporaneo in un’altra stanza ma ben presto la notizia del furto cominciò a diffondersi ovunque.

Peruggia affermò sempre di aver compiuto il furto per patriottismo, in quanto la visione su un opuscolo del Louvre dei quadri portati in Francia da Napoleone, fece maturare in lui un desiderio di 4._________________. In realtà la Gioconda non fece mai parte del bottino di guerra napoleonico.

Inizialmente i sospetti caddero su un gruppo di 5.________________, poi vennero accusati i poeti Picasso e Apollinaire. Perfino la Germania fu indagata come probabile mandante del furto.

In realtà l’opera trafugata si trovava a pochi isolati dal Louvre nella casa del Peruggia. Prima in una 6.__________________ di indumenti poi sotto l’unico tavolo e lì restò per ben 28 mesi, senza essere scoperta nonostante un’ispezione.

Passarono i mesi e sulla vicenda del furto della Gioconda calò il 7._____________. Dopo più di due anni, il 29 novembre 1913, Peruggia decise di scrivere all’antiquario fiorentino Alfredo Geri, desideroso di organizzare una mostra nella sua rinomata Galleria di Firenze.

Firmandosi Leonardo V. propose di restituire la Gioconda, dietro la 8.______________ di mezzo milione di lire, a patto che la stessa fosse conservata in Italia. “Le saremmo molto grati se questo tesoro d’arte ritornasse in patria, a Firenze, dove Monna Lisa ebbe i suoi natali. E fosse esposta alla Galleria degli Uffizi al posto d’onore e per sempre. Sarebbe una bella rivincita al Primo Impero Francese che, scalando in Italia, fece man bassa in Italia di opere d’arte per crearsi al Louvre un grande museo”.

Geri, incredulo e allarmato, avvisò subito il direttore degli Uffizi, Giovanni Poggi, per combinare un 9._____________ l’11 dicembre 1913.

Il furto della Gioconda

Il giorno successivo il giovane italiano Peruggia venne arrestato dai carabinieri.

Il processo si svolse il 4 e 5 giugno 1914 presso il Tribunale di Firenze, di fronte alla 10.____________ internazionale e a un pubblico favorevole a Peruggia, per motivi popolari mossi da amore e affetto per il gesto quasi eroico. La condanna fu lieve: un anno e 15 giorni, che poi fu scontata a 7 mesi e 4 giorni nel Carcere delle Murate a Firenze.

Uscito dal carcere si sentì un uomo finito senza soldi, senza lavoro e umiliato dallo Stato che pensava di servire. Invece riscontrò nella popolazione italiana un grande 11._____________ e fu oggetto di interviste e di attenzione dei media tanto che un gruppo di studenti gli consegnò una colletta di 4.500 lire come ringraziamento.

Grazie al furto della Gioconda, accresciuta in fama e mistero, prima di rientrare in pompa magna in Francia fu esposta a Firenze, Roma e Milano richiamando migliaia di visitatori

Vincenzo Peruggia dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale, tornò a vivere in Francia e si trasferì nella 12._______________ di Parigi, dove la figlia veniva chiamata Giocondina. Morì di infarto a 44 anni l’8 ottobre 1925, il giorno del suo compleanno.

Fu sepolto nel cimitero di Saint-Maur-des-Fossés ma la sua fama lo rese immortale e un vero e proprio idolo degli italiani.

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