Quando e come si usa il modo indicativo.
Il modo indicativo è quello che si usa di più sia nella lingua parlata sia in quella scritta. Il modo indicativo si usa per indicare fatti che si ritengono reali e certi.
Il presente indicativo si usa per:
- esprimere un rapporto di contemporaneità tra ciò che avviene e il momento in cui si parla: Scrivo un post (adesso, in questo momento).
- indicare un fatto che si ripete abitualmente, una consuetudine: Vado in palestra tre volte alla settimana (presente abituale).
- per rendere più vivi e immediati avvenimenti passati, presente storico: Giuseppe Garibaldi nasce a Nizza nel 1807.
- per dare una validità che rimane inalterata nel tempo, presente atemporale: L’Italia è una penisola.
- per indicare il futuro, soprattutto nella lingua parlata: Domani sera vado al cinema.
L’imperfetto indicativo si usa per:
- per evidenziare la continuità o la durata di un fatto collocato nel passato (imperfetto di consuetudine): Massimiliano da piccolo giocava a calcio ed era molto bravo.
- per esprimere contemporaneità rispetto ad un altro passato: Quando sono arrivato alla festa non c’era ancora nessuno.
- nelle descrizioni al passato, imperfetto descrittivo: La Signora sul treno indossava uno strano cappotto arancione.
- per rendere più cortese una richiesta, nel linguaggio parlato: Volevo sapere a che ora parte il treno (al posto di vorrei)
Il passato prossimo si usa per:
- esprimere azioni passate e compiute i cui effetti durano ancora nel presente o che sentiamo psicologicamente vicine: Ho finito tutto il lavoro in tempo.
Il passato remoto si usa per:
- esprimere azioni passate e concluse, avvenute in un tempo lontano: La prima guerra mondiale si concluse nel 1918.
Il trapassato prossimo e il trapassato remoto si usano per:
- esprimere un rapporto di anteriorità rispetto a un altro verbo al passato: Mirko era molto stanco perché aveva giocato a calcio per due ore. / Dopo che ebbe riordinato tutta la stanza, Sonia uscì a fare una passeggiata.
Il futuro semplice si usa per:
- indicare un fatto che si verificherà in un momento successivo a quello in cui si parla: Cinzia parlerà del nostro progetto al direttore.
- per esprimere un dubbio o una supposizione: Domani pioverà?
- per esprimere una concessione: Sarà anche come dici tu, ma non ne sono convinta!
Il futuro si usa per:
- esprimere un rapporto di anteriorità rispetto a un’azione futura: Quando avremo finito i compiti, potremo uscire.
- esprimere dubbio, supposizione e concessione come il futuro semplice: Sarà stato Marcello a finire la cioccolata?
Esercizio. Completa le frasi coniugando i verbi tra parentesi al tempo dell’indicativo adeguato.
- Da giovani noi (abitare) ………………………….. in un vecchio casolare di campagna.
- Dopo che il Prof (dare) ………………………….. le pagine da studiare, noi (uscire) ………………………. di classe.
- Caterina de’ Medici (sposare) ………………….. il futuro Re di Francia, Enrico II, nel 1533.
- Potrai uscire solo dopo che (finire) ……………………………… di studiare.
- Quando noi (arrivare) …………………………… al cinema, il film (inizare) ……………………………… da almeno 10 minuti.
- Il prossimo mese nostro figlio (compiere) ……………………………………10 anni!
- La gara finì dopo che anche l’ultimo partecipante (arrivare) ……………………………….
- (Vedere) ……………………….. un bellissimo film tutti insieme e ci siamo divertiti molto!