La guerra e la pace nelle parole dei poeti e degli scrittori italiani.
L’etimologia della parola pace è collegata alla radice sanscrita pak- o pag– = fissare, legare, unire, saldare e la ritroviamo nel latino pax = pace. Dalla stessa radice derivano anche altre parole di uso comune come patto o pagare.
La pace è la condizione normale delle relazioni tra gli stati o almeno dovrebbe esserlo. E’ una preziosa condizione di armonia, un sentimento di concordia, di unione che dovrebbe legare individui e popoli. In tempo di pace gli stati hanno il pieno godimento dei loro diritti reciproci.
La guerra è l’opposto. Durante la guerra entrano in vigore le norme del diritto internazionale bellico. Tale condizione di guerra, temporanea per sua natura, termina normalmente con i trattati di pace.
Shemà
(Primo Levi)
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi alzandovi;
ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Alle fronde dei salici
(Salvatore Quasimodo)
E come potevamo noi cantare
con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Filastrocca corta e matta
(Gianni Rodari)
Filastrocca corta e matta,
il porto vuole sposare la porta,
la viola studia il violino,
il mulo dice: – Mio figlio è il mulino -;
la mela dice: – Mio nonno è il melone -;
il matto vuole essere un mattone,
e il più matto della terra
sapete che vuole? Fare la guerra!
(Pier Paolo Pasolini)
“Finché l’uomo sfrutterà l’uomo,
finché l’umanità sarà divisa in padroni e servi,
non ci sarà né normalità né pace.
La ragione di tutto il male del nostro tempo è qui.”
(Maria Montessori)
”Tutti parlano di pace, ma nessuno educa alla pace.
Le persone educano alla competizione e questo è l’inizio di qualsiasi guerra.
Quando educhiamo a cooperare ed essere solidali l’uno con l’altro, quel giorno, educheremo per la pace”.
Dopo la Pioggia
(Gianni Rodari)
Dopo la pioggia viene il sereno
brilla in cielo l’arcobaleno:
è come un ponte imbandierato
e il sole vi passa, festeggiato.
E’ bello guardare a naso in su
le sue bandiere rosse e blu.
Però lo si vede – questo è il male –
soltanto dopo il temporale.
Non sarebbe più conveniente
il temporale non farlo per niente ?
Un arcobaleno senza tempesta
questa sì che sarebbe festa.
Sarebbe una festa per tutta la terra
fare la pace prima della guerra.
VALORE
(Erri De Luca)
Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale, l’assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura un pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani non varrà più niente e quello che oggi
vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere
in tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordarsi di che.
Considero valore sapere in una stanza dov’è il nord, qual è il nome
del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.
Considero valore l’uso del verbo amare e l’ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Grazie, Cecilia.
Elizabetta mi piace molto questa selezione di parole che ha fatto. Grazie mille