cows grazing on field against sky

Un decreto legge vieta la produzione di cibo da laboratorio nel nostro Paese.

Italiano per stranieri. Una lettura che permette alla classe di parlare dei cibi sintetici, della salute e delle leggi per la tutela della tradizione e della cultura. Il decreto che il Governo italiano ha varato ieri sui cibi sintetici mette, infatti, a confronto chi vuole preservare la filiera tradizionale e la cultura nazionale alimentare e chi, invece, vede nelle nuove colture di laboratorio un modo per ridurre l’impatto ambientale degli allevamenti intensivi.

Prima di leggere l’articolo ricorda la differenza tra cultura e coltura. Anche se l’origine della parola è la stessa, viene dal latino cultus, participio passato di colere cioè coltivare, oggi parliamo di cultura per indicare quanto si riferisce all’ intelletto e coltura per in tendere ciò che viene coltivato nei campi, o come in questo caso, nei laboratori.

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E’ notizia di ieri che il Governo italiano ha deciso di vietare i cibi sintetici perché, secondo quanto riportato dalle parole del ministro dell’Agricoltura, Lollobrigida, i cibi creati in laboratorio non garantiscono la qualità del prodotto e non sono espressione della nostra tradizione e della nostra cultura.

Le parole esatte del ministro sono state: “Questo è il primo provvedimento di questa natura a livello internazionale. L’Italia è la prima nazione che dice di no alla carne sintetica con un provvedimento ufficiale. Nel ddl (decreto di legge) composto di 6 articoli non c’è alcun atteggiamento persecutorio ma la forte volontà di tutela della salute dei cittadini e delle persone che consumano”

Alla conferenza stampa è intervenuto anche il ministro alla salute, il quale ha aggiunto: “È una legge significativa quella contro i cibi sintetici: si basa sul principio di precauzione perché oggi non ci sono studi scientifici sugli effetti dei cibi sintetici. Ribadiamo il massimo livello di tutela della salute dei cittadini e la salvaguardia del patrimonio della nostra nazione e della nostra cultura agroalimentare che si basa sulla dieta mediterranea”.

Il decreto legge prevede una multa fino a 60.000 euro a chi trasgredisce. Ma quali sono i cibi sintetici e perché fanno tanta paura?

Il prodotto di punta del cibo cell-based, è la carne ottenuta prelevando cellule staminali da un muscolo vivente. Queste cellule vengono poi coltivate in un bioreattore che riproduce le condizioni del corpo animale. Qui, grazie a un mix di nutrienti, le cellule si moltiplicano: da una sola cellula si possono ottenere anche 10 mila chili di carne in poche settimane. In questo modo c’è una riduzione enorme dei tempi di produzione del prodotto perché in modo tradizionale occorre un anno e mezzo.

Inoltre questa coltivazione, richiede meno acqua e meno terreno rispetto all’allevamento tradizionale e tutto ciò potrebbe rappresentare una soluzione per la crescente domanda di proteine, a livello globale. La carne sintetica, detta anche carne coltivata, infatti, è stata sviluppata per rispondere alle crescenti preoccupazioni per il benessere degli animali e per l’impatto ambientale dell’allevamento intensivo.

Il cibo sintetico si produce senza uccidere o macellare e questo è un traguardo importante nell’ottica del benessere animale.

Il primo hamburger da laboratorio è stato realizzato nel 2013, presso l’Università di Maastricht. Per ottenerlo sono serviti quasi 290 mila euro. Adesso un petto di pollo si può trovare sul mercato a circa 4 euro. Gli esperti assicurano che, entro il 2030, la carne sintetica costerà quanto quella animale

Molti analisti stimano che il giro d’affari dei cibi sintetici potrebbe raggiungere i 450 miliardi di dollari nel 2040, ossia il 20% del mercato globale della carne.

Non a caso tra gli investitori che scommettono su questo prodotto ci sono personaggi come Bill Gates, Richard Branson e Leonardo DiCaprio oltre a grandi colossi alimentari.

cibi sintetici
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Ci sono anche dei Governi che finanziano ricerche in questo ambito: fra questi Singapore e Israele.

In Italia la prima azienda produttrice di carne coltivata è la Bruno Cell; una start una startup nata nei laboratori del Centro di Biologia Integrata, progettato dall’ Università di Trento e la Provincia Autonoma della stessa città. Il loro scopo è quello di esplorare le potenzialità delle biotecnologie per la salute umana.

Il nome che hanno scelto per l’azienda, Bruno Cell, esprime la filosofia e le intenzioni del progetto. Si chiama “Bruno” per omaggiare il filosofo, astronomo e matematico Giordano Bruno pioniere, nel XVI secolo, di un’alimentazione basata sui prodotti vegetali e priva di carne. 

Ieri per loro è arrivata davvero una brutta notizia visto che il nuovo disegno di legge del Governo italiano blocca e sanziona la produzione, la distribuzione, la vendita e la somministrazione della cosiddetta carne sintetica, in Italia.

E tu cosa ne pensi?

Nel tuo Paese è facile acquistare prodotti alimentari creati in laboratorio?

Pensi che la carne sintetica, o carne coltivata, possa fare bene all’ambiente e agli animali?

E per quanto riguarda la salute delle persone? Hai paura che possa fare male a chi la mangia?

Ritieni che il gusto e la consistenza della carne coltivata sia simile a quello della carne prodotta in modo tradizionale?

Credi che il prezzo sia troppo elevato e quindi destinato a un piccolo numero di persone?

Tu la mangi o la mangeresti?

Cosa pensi del fatto che il Governo italiano abbia deciso di vietarne la produzione e la distribuzione? Ti sembra una buona idea?

In generale sei una persona che si interessa agli sviluppi scientifici in campo alimentare o preferisci preservare la tradizione?

Confrontati con i tuoi compagni, approfondisci l’uso della lingua italiana. Leggi e fai attività con costanza!

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