Se ne è andata una scrittrice, giornalista, drammaturga e blogger.

La notte del 10 agosto, quella delle stelle cadenti, è morta Michele Murgia, famosa scrittrice e seguitissima intellettuale italiana. E’ stata un’opinionista molto amata e, allo stesso tempo molto odiata, perché sapeva essere pungente usando parole affilate come una spada. Michela Murgia aveva solo 51 anni.

Per l’ultimo saluto alla scrittrice una grande folla si è riunita a Roma. I funerali si sono svolti alla Basilica di Santa Maria in Montesanto, la Chiesa degli Artisti. 

E’ stata blogger, opinionista, critica letteraria, scrittrice e attivista per i diritti civili. Nel 2022 ha scritto un pamphlet God save the queer in cui scrive: «Vorrei capire, da femminista, se la fede cristiana sia davvero in contraddizione con il nostro desiderio di un mondo inclusivo e non patriarcale, o se invece non si possa mostrare addirittura un’alleata». 

Nata a Cabras, in Sardegna, nel 1972, il debutto letterario di Murgia è avvenuto nel 2006 con il libro “Il mondo deve sapere” una dura critica contro il mondo del precariato raccontato dal punto di vista di una telefonista. Un racconto tragicomico, che fa arrabbiare e ridere allo stesso tempo, e a cui il regista Paolo Virzì si è ispirato per il film “Tutta la vita davanti” (2008).

Nel 2009 è uscito il suo libro più famoso: “Accabadora”. Vincitore del Premio Campiello nel 2010 e di molti altri premi, è stato tradotto in moltissime lingue. Un libro in cui emerge tutta la ricchezza e complessità del linguaggio di questa starordinaria autrice sarda.

Per renderle omaggio, questo articolo raccoglie alcune delle sue citazioni più famose. Provate a inserire la il termine che manca.

Parole di Michela Murgia:

(memoria – emozione – fortunata – mostro – lontano – debolezza – valore – certezza – cose – luna)

Come gli occhi della civetta, ci sono pensieri che non sopportano la luce piena. Non possono nascere che di notte, dove la loro funzione è la stessa della 1._____________, necessaria a smuovere maree di senso in qualche invisibile altrove dell’anima.

Se la vita ti porta via qualcosa e ti rende fragile, non è la forza dell’altro che ti serve, ma sapere che la tua 2.______________ è accolta e capita, che nessuno la teme o la sfugge.

Forse è a questo che serve l’arte, a far vedere i fili nascosti tra le 3. _______ e tra le persone. Non è così strano se a molti l’arte non piace: gli fa vedere quanto siano prigionieri, burattini, mosche intrappolate nella tela degli altri.

Gli uomini spesso scambiano l’ambizione con la speranza. L’ambizione è il desiderio che le cose che fai si realizzino così come le vuoi; la speranza è la 4.___________ che fare quelle cose abbia un senso comunque, indipendentemente da come finiranno, perché ci sono cose che vanno fatte solo perché è giusto e necessario.

Non dobbiamo permettere agli altri di definire chi siamo, siamo noi a decidere il nostro 5.________________.

Una democrazia giovane, specialmente se nata da una guerra o da una rivoluzione civile, sarà molto reattiva al fascismo, ma una democrazia – poniamo caso – con addosso una settantina d’anni avrà perso gran parte della 6._____________ iniziale di sé e avrà seppellito i testimoni oculari che con i loro racconti reggevano la sua retorica.

La gratitudine è un’7.______________ potente che ci aiuta a vedere il lato positivo della vita.

Perché alla fine ha ragione Stephen King, l’orrore è nel quotidiano, non è nel 8. _____________ che viene dallo spazio, è nella tazzina di caffè che non hai bevuto perché ha squillato il telefono.

Ricordatemi come vi pare. Non ho mai pensato di mostrarmi diversa da come sono per compiacere qualcuno. Anche a quelli che mi odiano credo di essere stata utile, per autodefinirsi. Me ne andrò piena di ricordi. Mi ritengo molto 9.____________. Ho incontrato un sacco di persone meravigliose. Non è vero che il mondo è brutto; dipende da quale mondo ti fai.

Essere amici è questo: diventare il battito che spinge l’altro più 10._______________ di quanto potrebbe mai arrivare da solo.

Rispondi