Il nuovo podcast di Marina Minetti è coraggioso e emozionante.
Non dobbiamo avere paura di parlare della morte perché parlare di morte significa, soprattutto, parlare della vita. La vita di tutti noi. Con le debolezze, i dolori, le tante mancanze e la tenace voglia di continuare. Sì, se ne può parlare, eccome! E Marina, nel suo Podcast, riesce a farlo con ironia e intelligenza.
I visitatori del nostro Blog conoscono già molto bene la voce di Marina Minetti. Una voce piena di energia, pulita e riconoscibilissima che è protagonista del nostro podcast “Mamma mia, che italiano!”. Tutti coloro che l’hanno conosciuta qui possono continuare ad ascoltarla nella sua nuova creazione; la apprezzeranno tantissimo.
Per il suo nuovo lavoro Marina si è ispirata ai Death Café, vale a dire luoghi dove ci si incontra per mangiare dei pasticcini, bere un tè o un caffè e parlare della morte. Una realtà abbastanza diffusa all’estero, soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, ma non nel nostro Paese. E allora come affrontare il grande tema anche in Italia, dove tutti cercano prevalentemente “leggerezza”?
Sono tante le domande che Marina si pone, e ci pone, nel suo Death Cafè virtuale. Con lei, a cercare di rispondere anche alle questioni più bizzarre, tanti ospiti davvero interessanti.
Nel primo episodio ascoltiamo la voce di chi resta, con le emozionanti parole dello scrittore Matteo B. Bianchi e l’originalità di chi ha saputo inventarsi una professione come Giuseppe Cattolico, fondatore e presidente del gruppo Rainbow Scene Crime Cleaners.
I primi due episodi sono usciti venerdì scorso. Gli altri li seguiranno sulle piattaforme più note – Spreaker, Spotify ed Apple Podcast – una volta a settimana, ovviamente sempre di venerdì.
La voce di Marina sa essere energica e, allo stesso tempo, dolce come un balsamo. Un unguento che si posiziona con leggerezza sulle ferite più profonde, strappando più di un sorriso.
Di un Podcast così ce n’era davvero bisogno!